martedì 28 ottobre 2014

Mario&Ken i Supereroi del Butoh!!!




Mario&Ken… sembra quasi il titolo di un fumetto, ove i due supereroi salvano la società. Ed effettivamente Mario Lombardi e Ken Mai lo sono, sono i supereroi dell’arte del Butoh.

La danza Butoh, nata negli anni ’50, è come un grido contro la perdita dei valori e la disumanizzazione, di un mondo, quello occidentale, che ormai sta prendendo il sopravvento su ogni essere, trasformandolo, mutandolo nel suo Io.
 
Ken Mai e Mario Lombardi
Mario Lombardi e Ken Mai, si sono esibiti qui al Caffè Letterario del Gallo qualche giorno fa, con incredibili performance. 

La nudità del ballerino e il corpo dipinto di bianco hanno dato vita a questo spettacolo dove l’artista ha liberato il suo Io interiore trasmettendo al pubblico una carica di emozioni, sensazioni e prospettive per un futuro libero dalle catene e dalle gabbie della società, ed ecco che emerge il Supereroe.
 
Ken May e la sua danza leggera
Ken Mai si è esibito il 13 settembre in una danza liberatoria, nella quale ha espresso tutta la sua energia e la voglia di liberarsi dalle catene moderne, diventando leggero ed effimero volo di libertà, così leggero da far sentire anche lo spettatore libero dai pensieri e dalle preoccupazioni giornaliere, così leggero da danzare su di un tavolino all’apparenza traballante, ma saldo sotto il suo tocco. Un vero Artista, un vero Danzatore, un vero Mimo, uno straordinario Supereroe dell’arte del Butoh.

Straordinaria anche la performance di Mario Lombardi esibitosi il 25 ottobre. Mimo e danzatore, che unisce le arti e le annulla tra di loro creando un magico equilibrio. L’artista si spoglia dai suoi abiti moderni, scuri e tristi, e mostra il suo corpo, nudo e dipinto di bianco, rinascendo, riscoprendosi. 
Mario Lombardi con i vecchi nastri
Affronta il tema dell’omosessualità, mettendo calze a rete, e scintillanti tacchi, e attraverso il mimo, con fatica ed indecisione, muta ancora. Arriva sulla scia dei ricordi, che mette in scena attraverso vecchi nastri, a cui da voce senza voce, e le foto con le quali riveste il suo volto. Per poi lavare via i ricordi dal suo corpo con una doccia di petali di rosa, simbolo della natura incontaminata, della bellezza e per tradizione dell’amore incondizionato. Ultimo emozionante step del suo spettacolo è stato quando, ha ricoperto il suo corpo di nomi a lui importanti, che si sbiadivano sul suo corpo, ormai provato dalla performance, ma rimanevano vivide nella sua mente. 
Mario Lombardi mentre si imprime i nomi a lui importante

Uno spettacolo degno di tutti gli applausi affettuosi del pubblico. Inquietante, perché ti scava dentro, nel profondo, ma allo stesso tempo straordinario perché ti provoca emozioni ormai assopite. 

Una mimica che non è una mimica, una danza che non è una danza: “Non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è” questo diceva la simpatica anatra Boris al suo amico Balto, e questo è quello che viene in mente durante lo spettacolo nelle fasi del mutamento, ma il nostro artista alla fine trova la sua strada, proprio come Balto, diventando un vero Supereroe che riesce a tirare fuori in ognuno di noi emozioni che ci spingono a cambiare e a migliorare.
S.B.
Mario Lombardi durante il suo mutamento Gay

Mario Lombardi durante la purificazione con le rose

Ken Mai durante la sua danza che vibra gli animi


domenica 19 ottobre 2014

Il Negozio di Mariti

A New York è stato aperto un negozio dove le donne possono scegliere e comprare un marito.
All’entrata sono esposte le istruzioni su come funziona il negozio:
  1. Puoi visitare il negozio SOLO UNA VOLTA
  2. Ci sono 6 piani e le caratteristiche degli uomini migliorano salendo
  3. Puoi scegliere qualsiasi uomo ad un piano oppure salire al piano superiore
  4. Non si può ritornare al piano inferiore


Una donna decide di andare a visitare il Negozio di Mariti per trovare un compagno.

Al primo piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro”, la donna decide di salire al piano superiore.


Al secondo piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro e amano i bambini”. La donna decide di salire nuovamente.

Al terzo piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini e sono estremamente belli” la donna incuriosita esclama un “Whoow”, ma si sente di salire ancora.

Al quarto piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini, sono belli da morire e aiutano nelle faccende di casa” la donna stupita esclama “Impossibile!!! Posso difficilmente resistere?!” ma detto questo sale ancora di un piano.

Al quinto piano l’insegna sulla porta dice: “Questi uomini hanno un lavoro, amano i bambini, sono belli da morire, aiutano nelle faccende domestiche e sono estremamente romantici” la donna a questo punto è tentata di restare e sceglierne uno, ma come si dice “La curiosità è donna” e decide di salire all’ultimo piano.


Il cartello del sesto piano: “Sei la visitatrice N°31.456.112 di questo piano, questo piano esiste solamente per dimostrare come sia impossibile accontentare una donna. Grazie per aver scelto il nostro negozio!!!”

Di fronte a questo negozio è stato aperto un Negozio di Mogli.
Al primo piano ci sono donne che amano far sesso.
Al secondo piano ci sono donne che amano far sesso e non rompono i coglioni.
I piani dal terzo al sesto NON SONO MAI STATI VISITATI.
                                               
Per chi non si accontenta mai.. e chi si accontenta di poco!!!
Quante differenze tra due individui così simili...

sabato 18 ottobre 2014

I Misteri della Cappella di San Severo




Il nostro Galletto si trova ancora a Napoli e visita per noi un luogo ricoperto dal mistero: la Cappella di San Severo.

La piccola cappella viene fatta costruire per volontà di Giovan Francesco di Sangro, che ristabilitosi da una malattia quasi mortale, decide di erigerla dedicandola alla Vergine come adempimento di un voto fatto durante la malattia.
Più di centocinquanta anni dopo, Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, inizia grandi lavori di restauro e di ampliamento della Cappella.
Si narra inoltre che Raimondo di Sangro fosse un noto alchimista, e che abbia avvolto nella magia l’intero edificio.
Cristo Velato
All’interno della Cappella di San Severo sono conservate tre particolarissime e quantomeno uniche statue, eseguite su volere di Raimondo, la cui realizzazione è così fenomenale da presupporre che, oltre alla mano dell'artista, vi sia stato anche qualche ignoto intervento alchemico esercitato proprio dallo stesso Principe Raimondo.

Analizziamo ora le opere:
 
Pudicizia

  • La Pudicizia si trova nei pressi del pilastro a sinistra dell'altare, commissionata da Raimondo di Sangro a dedicata alla madre Cecilia Gaetani dell'Aquila d'Aragona, morta quando Raimondo aveva solo 1 anno. Venne scolpita da Antonio Corradini, che nonostante avesse già realizzato "veli di marmo" in diverse situazioni, raggiunse in quest'opera una perfezione tale da supporre che sia stata opera alchemica del principe. In quanto il velo è addirittura rappresentato "umido" facendo trasparire la pelle ancora bagnata. La donna viene associata a Iside velata, importante Dea Massonica, ordine del quale il nostro caro Raimondo di Sangro era Gran Maestro della Loggia.
Disinganno
  • Il Disinganno si trova nei pressi del pilastro a destra dell'altare. Opera di Francesco Queirolo, rappresenta un uomo che cerca di liberarsi da una rete con l'aiuto di una figura celeste. E' dedicata al padre di Raimondo, Antonio duca di Torremaggiore, ed è in ricordo della sua vita avventurosa e pellegrina, a causa della quale trascurò i figli che furono cresciuti ed educati dal nonno. Solo in vecchiaia, rendendosi conto del tempo perduto, tornò a Napoli e prese i voti. Ecco perchè l'uomo si libera dall'inganno, una rete che lo aveva dolcemente imprigionato per tutta la vita. Ciò che stupisce però è la realizzazione della rete, così perfetta da apparire reale, sembra vera e solamente dipinta con il colore del marmo. Anche in questo caso si presuppone che il principe Raimondo abbia agito con la magia su di una normale rete da pesca, pietrificandola. 
Particolare del Cristo Velato
  • Altra particolarissima statua, la più nota, è Il Cristo Velato si trova al centro della navata della Cappella di San Severo. Fu realizzata da Giuseppe Sanmartino. L’opera doveva essere una semplice rappresenzazione di Nostro Signore Gesù avvolto nel sudario ma in realtà è molto di più. Il sudario trasparente che avvolge Gesù non ricorda il marmo, di cui è fatta l’opera, ma ciò che ci troviamo davanti agli occhi è la sensazione che il Cristo sia ricoperto di pura seta. Mai un velo è stato rappresentato in questo modo, perlopiù da un giovane e sconosciuto artista napoletano. La leggenda narra che Raimondo di Sangro, con le sue doti di alchimista avrebbe saputo pietrificare un vero drappo, riuscendo così ad ottenere un'opera di autentica fattura.

Che sia leggenda o realtà è strano che tre opere, uniche al mondo per la precisione con cui sono state realizzate reti e veli, si trovino qui. Così simili tra loro e per giunta scolpite da tre autori diversi, ma commissionate da un unico uomo, che pertanto possedeva doti, come dire, particolari.

Altre due stranezze che troviamo all’interno della cappella sono il Labirinto nel pavimento e le Macchine Anatomiche. 

Labirinto del pavimento
Il Labirinto nel pavimento realizzato con un unica linea bianca continua, senza giunture, Il disegno consiste in un'alternanza di croci gammate (svastiche) e quadrati concentrici in prospettiva. Il labirinto è il simbolo per eccellenza del percorso iniziatico, attraverso il quale si cerca la via di uscita dall’oscurità verso la luce illuminata della verità. Una tematica molto cara ai Cavalieri Templari e ai Massoni.


Le Macchine Anatomiche vennero rinvenute dopo la morte del Principe alchimista, in un locale sotterraneo della Cappella chiamata Camera della Fenice (nota la leggenda per chi la Fenice sia l’animale mitologico della resurrezione). 

Macchine Anatomiche
Esse erano scheletri di un uomo e di una donna (in stato di gravidanza, alla quale fu trafugato il feto) rivestiti dell'intero sistema venoso ed arterioso e di vari organi. La tradizione vuole si tratti di persone morte accidentalmente, cui Raimondo de Sangro avrebbe iniettato una sostanza di origine e composizione sconosciuta, che avrebbe "metallizzato" tutte le vene, le arterie, i vasi capillari e alcuni organi. Altra ipotesi è quella della ricostruzione del sistema circolatorio eseguita da un medico anatomista, sotto la direzione di Raimondo, con cera di api ed altro materiale. In tal caso, tenuto conto delle esigue conoscenze anatomiche dell'epoca intorno al sistema circolatorio, stupisce la perfezione con la quale esso sarebbe stato riprodotto.


mercoledì 15 ottobre 2014

L'Ospedale delle Bambole a Napoli...




Il Galletto ha ripreso i suoi viaggi… e come prima tappa ha scelto Napoli, città ricca di storia, arte e profumi, che regala emozioni indescrivibili. Ma il nostro Galletto ha scelto un posto speciale. È stato incaricato dalla sua vecchia mamma, che ha vissuto a Napoli quando era bambina, ad andare a prendergli la sua bambolina, che malata, aveva lasciato all’Ospedale delle Bambole.

L’Ospedale nasce alla fine del 1800 quando Luigi Grassi, scenografo di teatrini e abile nell’aggiustare le marionette, venne pregato da una mamma di “guarire” la bambola della figlia. Sparsa la voce, moltissime altre mamme cominciarono a portare le bambole “malate” delle figlie dal dottore delle bambole, così chiamato perché era solito indossare un camice bianco per proteggersi dalla pittura. Le bambole da aggiustare, appese fuori dalla bottega catturarono l’attenzione di un concittadino che esclamò: “sembra l’ospedale delle bambole”. Da quel momento tutti lo chiamarono così. 

 
Nell’ambulatorio ancora oggi vengono curate bambole di diverse epoche tramandate di generazione in generazione, da quelle in ceramica di fine ottocento, a quelle in celluloide degli anni’50. Le bambole vengono dimesse dall’ospedale con il certificato di patologia e cura; tra queste cartelle mediche leggiamo su una “prognosi riservata”, in un’altra: “Pdd, morbo della bambola triste” e tante altre…

Nell’ospedale vengono confezionate e vendute bambole uniche realizzate con pezzi “donati” da altre bambole: le sirenette dal volto di bambina e coda di tessuto e perline o le “chiattone napoletane” definite “anti Barbie”.

Il lavoro va oltre l’artigianato: è un mestiere dell’anima ci dice Tiziana. Regalare alla propria nonna la bambola che l’ha accompagnata nella sua infanzia completamente aggiustata e ripulita, dona un’emozione unica a chi riceve, a chi regala e anche a chi aggiusta. Si perché ogni bambola ha impressi in sé emozioni, ricordi e amore. 
“Mi commuovono molto gli uomini che portano ad aggiustare le bambole di madri, mogli e figlie- continua Tiziana-. Sono teneri. Non dimenticherò mai un signore sulla cinquantina che mi portò a restaurare la bambola della moglie defunta di cui era innamoratissimo. Aprendola, trovai dentro una lettera d’amore della donna per il marito. Scoppiai a piangere con lui quando venne a ritirarla”.

Tiziana ha sempre svolto la sua professione con un occhio speciale rivolto al sociale realizzando laboratori per insegnare a sua volta, come i suoi Avi hanno fatto con lei, i trucchi del mestiere a giovani ragazzi interessati ad imparare.


Luigi Grassi
Prima insegna


Piccole infermierine curano le "Ammalate"
Piccoli medici al lavoro



L'Ospedale oggi


Bambole della collezione Australiana